L’idea mi è venuta l’altro giorno a Ginevra. Ero in gita scolastica con i ragazzi della quinta liceo e ho assistito al risvegliarsi della opulenta cittadina, forse una delle più ricche e tranquille città europee. Città della “pace” per definizione, essendo da sempre la Svizzera territorio neutrale, sede dell’ONU, della Croce Rossa e di decine di organizzazioni non governative che operano in tutto il mondo e tengono qui le loro sedi amministrative e i loro congressi.
Era venerdì, ma non un venerdì qualunque. Ovunque campeggiavano i cartelli della pubblicità. “Black Friday” c’era scritto, ovviamente su sfondo nero. Cosa ci fosse da festeggiare, o in nome di che cosa correre tutti quanti a fare le file ai grandi magazzini non mi era dato saperlo. L’unica cosa immediatamente evidente era il fatto che nessuno riusciva a sottrarsi al fascino di quel nero richiamo. Tutti cedevano alla lusinga di quelle sirene.
Trenta per cento in meno: abbiamo ancora bisogno di un motivo? Che cosa ti importa la ricorrenza, l’usanza, il fatto. È Natale. Non farti sfuggire l’occasione.
È il momento perfetto, la congiuntura astrale della catena della distribuzione. Prima di dare l’avvio allo shopping natalizio, quasi a propiziare con un moderno rito di passaggio la grande stagione di caccia all’oggetto da regalare, perché non concedersi un piccolo extra, non preventivato, un’occasione da cogliere al volo, promettendo magari a se stessi che se l’affare andrà a buon fine, a Natale non avremo bisogno di nessun altro regalo…
Che sia per scongiurare la crisi del ’29 (il famoso venerdì nero), o per celebrare il riprendere a scorrere della vita l’indomani del giorno del Ringraziamento, (un altro mito americano che sconfina dalle nostre parti proprio come è avvenuto per Halloween), a nessuno importa un fico secco. L’importante è che i moderni sciamani della finanza e i sacerdoti dell’economia si mettano d’accordo per darci un nuovo solenne invito alle danze e agli scambi commerciali.
Il mondo va male, la coscienza mi duole un poco, perché so di non essere del tutto innocente in questo stato di cose, ma chissenefrega, sarà sempre meglio lo shopping degli antidepressivi. Brindiamo alla salute dell’umanità.
E se quel giorno è giunto inaspettato e io non ho fatto in tempo a fare acquisti? Niente paura. È in arrivo il Cyber Monday. E dopo quello una stagione di concerti e fuochi d’artificio in grado di far girare la testa di chiunque.
Non c’è davvero motivo di lamentarsi. La nostra è una vita difficile, ma abbiamo pur sempre qualcosa con cui consolarci.
L’ultimo giocattolo Hi- tech è pronto a fornirci un ottimo diversivo, un riempimento perfetto di tutti gli spazi vuoti del nostro tempo e della nostra anima. Forse stiamo scivolando verso il buco nero, ma se possiamo sfuggirne il pensiero viaggiando su internet alla velocità della luce, non sarà stata fatica sprecata.
Speriamo solo che in questo Natale nero, nell’indifferenza generale, lontano dallo scintillio dei nostri paradisi artificiali Qualcuno abbia ancora il coraggio di accendere una debole luce. Amen